Al Senato presentata la rete che lavorerà sui temi dell’innovazione della partecipazione, dei diritti e dell’ambientalismo, delle nuove economie e nuovi lavori, con uno sguardo all’Europa.
Rete come connessione, tra persone, tra idee, tra orizzonti. Rete come meccanismo in cui si mettono in moto saperi e competenze. Rete come strumento per interpretare la complessità del contemporaneo.
Giovedì 2 luglio al Senato è stata presentata ReteDem, piattaforma di pensiero e di azione che si colloca dentro il Partito Democratico.
Uno spazio che si pone l’obiettivo di dialogare con i mondi dell’innovazione, dei diritti dell’ambientalismo, delle nuove economie e dei nuovi lavori, allargando la partecipazione a tutti i mondi dell’attivismo civico.
Il gruppo di parlamentari che hanno dato il via a ReteDem è formato da Paolo Gandolfi, Giuseppe Guerini, Sergio Lo Giudice, Michela Marzano, Davide Mattiello, Lucrezia Ricchiuti, Grazia Rocchi, Veronica Tentori, Daniele Viotti, Sandra Zampa.
Alla base della rete il documento “Il nostro Pd, a sinistra” che ha raccolto già le adesioni di membri di direzione e assemblea nazionale, importanti amministratori e dirigenti del Pd a livello regionale e locale.
La nuova area nasce dal percorso della ex “mozione Civati” e si propone “di continuare a lavorare sui temi che sono stati l’unica vera novità politica degli ultimi anni nel Partito Democratico. L’unico spazio – continuano i promotori – in cui poter realizzare concretamente le nostre proposte”.
“Ci siamo chiamati RETEDEM – proseguono – perché vogliamo che questa figura della rete che unisce e crea ponti contribuisca a portare un metodo nuovo nella stagione politica progressista italiana. Un metodo aperto, largo, partecipato, che guarda alle forze più innovative del nostro paese. Un metodo che parte dai temi, magari anche quelli di cui ancora nessuno vuole occuparsi, per costruire una politica che non è solo «gestione dell’esistente» ma visione del mondo”.
I sottoscrittori del documento danno appuntamento l’11 luglio per un primo momento nazionale in cui “far ripartire la nostra rete e le nostre idee senza recinti”.