senza il lavoro corale di Parlamento e Governo questo risultato non sarebbe stato possibile: il valore dei Testimoni di Giustizia oggi ha il suo pieno riconoscimento.
La Legge appena approvata all’unanimità oltre a cambiare in maniera concreta la gestione della sicurezza dei Testimoni di Giustizia, sia sul piano della prevenzione del rischio sia sul piano del sostegno economico e psicologico, manda un messaggio chiaro e ineludibile: il cittadino per bene che avendo assistito ad un delitto o avendolo subito decide di denunciare, con ciò esponendosi ad un rischio tale da rendere inadeguate le ordinarie misure di sicurezza, è un tesoro repubblicano e come tale va trattato. Non è un “infame” perché non si è impicciato dei fatti suoi, non è un “costo” da minimizzare. D’altra parte la legge fa chiarezza su eventuali abusi: fissa paletti precisi sul profilo del Testimone di Giustizia, per evitare che la qualifica venga scambiata per uno status, acquisito una volta per sempre.
Voglio ringraziare i consulenti e i funzionari della Commissione Antimafia che hanno contribuito in maniera decisiva alla inchiesta che svolgemmo nel 2014 sulla condizione dei testimoni di Giustizia e alla successiva stesura della proposta di legge, che ha trovato il pieno sostegno di tutte le forze politiche.