È fatta: finalmente la bici è entrata in Parlamento e lo Stato si è dotato di una legge sulla mobilità ciclistica. Da oggi in avanti sarà più facile, efficiente e sicuro essere #sempreinsella. La nuova legge, di cui sono stato relatore, dà al nostro Paese un quadro di riferimento sugli standard e la qualità, per affrontare in maniera più risoluta il gravissimo problema della mobilità in ambito urbano, garantire maggiore sicurezza ai nostri cittadini nel momento in cui decidono di muoversi anche con un mezzo differente dall’automobile, assicurare complessivamente maggiore qualità alle nostre aree urbane, riducendo la presenza del traffico e l’inquinamento atmosferico. Vogliamo che la mobilità urbana diventi qualcosa di efficiente, che dia maggiore produttività, forza e capacità di funzionamento alle nostre aree urbane.

L’approvazione della legge alla Camera è un risultato che ha richiesto anni di lavoro a stretto contatto con le associazioni e i cittadini che chiedono una mobilità più sicura e più pulita. Il testo deve molto al modello Reggio sulla mobilità ciclabile: solo per fare un esempio, rende obbligatoria per i comuni la redazione di un Biciplan, strumento già adottato a Reggio dal 2008, che prevede la definizione delle ciclovie prioritarie, con tempi e modi definiti per realizzare le infrastrutture. Il Biciplan definisce inoltre gli interventi puntuali sui principali nodi di interferenza con il traffico veicolare, le azioni per migliorare la sicurezza dei ciclisti e quelle per il contrasto al furto delle bici.

Ci sono finalmente le risorse per una svolta: sono destinate all’attuazione della legge i fondi previsti nella Stabilità del 2016, pari a 91 milioni, quelli stanziati nella legge di Bilancio 2017, pari a ulteriori 283 milioni di euro per il periodo dal 2017 al 2024, più 5 milioni individuati con decreto del Presidente del Consiglio in attuazione sempre della legge di Bilancio 2017.

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