Sabato 30 settembre al Circolo dei Colombofili di Parma, in occasione della seconda festa nazionale di Retedem, il Ministro della giustizia Andrea Orlando insieme a Giuliano Pisapia, hanno preso parte al dibattito “Governare le ingiustizie. Nuove ricette per la sinistra europea” moderato da Andrea Carugati giornalista del quotidiano La Stampa.

Il Senatore Sergio Lo Giudice, eletto da poco Presidente di Retedem, l’associazione nata in seno al Partito Democratico con l’obiettivo di promuovere la cittadinanza attiva e la partecipazione alla vita sociale, ha introdotto il dibattito “Retedem è un’associazione che vuole fungere da cerniera fra le diverse anime della sinistra. Per questo motivo abbiamo invitato qui oggi due figure strategiche nell’ottica della ricostruzione di un’alleanza di centrosinistra.

In questa tre giorni stiamo parlando di diritti, di economia etica, di Europa, perché abbiamo la convinzione – ha continuato il Senatore – che per far ripartire il centrosinistra occorra una rielaborazione sui contenuti per la costruzione di un’alleanza che sappia far uscire l’Italia fuori da una crisi che è prima economica e poi valoriale. Riteniamo inaccettabile la posizione di chi pensa che si possa costruire un’alleanza di centrosinistra prescindendo dal Partito Democratico e siamo altrettanto convinti che nemmeno il Partito Democratico, rivendicando la sua vocazione maggioritaria, possa davvero credere che di riuscire a correre da solo. Il nostro obiettivo è ricucire le varie anime del centrosinistra perché abbiamo la responsabilità di consegnare alla prossima generazione un Paese che abbia superato la crisi con il Partito Democratico come motore di questo cambiamento.

Nel corso del dibattito i relatori hanno analizzato lo stato della sinistra italiana.

In particolare Giuliano Pisapia ha sottolineato di non aver mai pensato che ci fossero nemici in politica “In politica ci sono solo avversari e i nostri avversari sono le destre populiste ed i fascismi che stanno ritornando. È vero che nel centrosinistra ci sono delle diversità, ma sono più le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono: dobbiamo puntare su quelle perché oggi il nostro obiettivo, per non regalare il paese alle destre, è creare un nuovo centrosinistra che sappia correggersi in discontinuità rispetto al centrosinistra di questi anni che è dovuto scendere a compromessi con il centrodestra.

Campo progressista – ha proseguito – è nato non a fini elettorali, ma per creare uno spazio aperto di confronto. Dobbiamo tornare a far dialogare anime diverse, che vanno dal civismo all’ambientalismo, realtà che chiedono di avere una casa comune. All’interno di Articolo Uno c’è la visione di chi ritiene che sia necessario un nuovo partito che abbia come primo avversario il Partito Democratico. C’è però anche chi ritiene che questo aspetto, che oggi è oggetto di divisione, debba essere superato per evitare il ritorno delle destre. È importante quindi che tutti ritornino a impegnarsi perché se noi non proponiamo qualcosa di veramente innovativo quelli che si sono allontanati da noi non ritorneranno.

Il Ministro Andrea Orlando, dopo aver ringraziato l’On. Mattiello, presente in sala e relatore della legge antimafia che è appena stata approvata in Parlamento, ha evidenziato come la posizione di Giuliano Pisapia fosse preziosa perché parte da un punto diverso dal punto di vista di chi ha contribuito alla fondazione del Partito Democratico. “Stiamo cercando di battere il cretinismo del maggioritario inteso come possibilità che un solo partito possa vincere da solo perché da soli non si va da nessuna parte. Ci siamo lasciati prendere dall’euforia del 40 % delle europee senza aver avuto la capacità di leggere quei dati fino in fondo.

Da soli non si va da nessuna parte ed io penso di essere un alleato naturale di Giuliano perché siamo convinti entrambi che vadano sconfitti, all’interno del centrosinistra, quelli che vogliono costruire degli orti separati, quelli che remano nella direzione di dividere e non di unire. Lo abbiamo già visto sulla legge elettorale: dobbiamo andare fino in fondo nella battaglia per modificare l’Italicum così come uscito perché nessuno vuole tornare al proporzionale né a un sistema che non garantisca la governabilità. Per questo motivo io oggi faccio una proposta a Giuliano: portiamo avanti insieme la battaglia per cambiare la legge elettorale.”

“Unire il centrosinistra – ha poi continuato il Ministro – è condizione fondamentale per fermare la destra, per mantenere una prospettiva aperta per il centrosinistra stesso. Proprio per questo non si può fare a meno del milione e mezzo di persone che hanno votato Matteo Renzi perché senza quei voti non vinceremo le elezioni. Con Renzi da solo non si vince, ma senza Renzi non si vince lo stesso. Dobbiamo perciò costruire una legge elettorale che rimetta nero su bianco il termine coalizione. Se lo si fa, molti atteggiamenti settari possono essere progressivamente marginalizzati. Il centrosinistra può vincere se largo, plurale e inclusivo con una coalizione a vocazione maggioritaria che parli a tutto il paese. Dobbiamo farlo ora perché c’è una spinta popolare in questo momento nella direzione di una ricomposizione, di una ricucitura: sono convinto solo se saremo in grado di mettere da parte i personalismi saremo in grado di sederci attorno a un tavolo e costruire un programma e scegliere un candidato comune.

In chiusura del dibattito la Vicepresidente di Retedem Paola Bocci, Consigliera comunale del PD a Milano, ha consegnato al Ministro Orlando più di 500 firme di amministratori ed iscritti del PD con cui si richiede la calendarizzazione e l’approvazione della riforma di cittadinanza (Ius soli temperato). “Governare le ingiustizie – ha sottolineato la Vicepresidente – significa anche dare risposte con una scelta di civiltà a chi, nato qua, non ha diritti di cittadinanza.